Marzo 2023
Siamo giunti finalmente alla fine di questa opera che certamente sarà ricordata da chi verrà. Qualcuno potrà dire che il recupero del palazzo sia cominciato quasi per gioco, e avrà in parte ragione: il gioco è importante, ma della ricetta fanno parte anche l’amore, la passione, l’impegno e la tenacia.
Vorremmo dire che sembra quasi che il Castello si sia voluto concedere dopo tanti anni di abbandono (ultima ristrutturazione di un certo rilievo nel 1934-36 con il Conte Pietro d’Acquarone) a qualcuno che lo prendesse in cura con amore, quell’amore che si dà incondizionatamente ad una cosa unica con il piacere e la soddisfazione che scaturiscono nel restituire alla luce qualcosa di bello anche se con grande, grandissima fatica. Ecco, questa in sintesi la condizione che stiamo vivendo, stanchissimi ma appagati da tanto splendore.
Il recupero del palazzo è iniziato il 14 maggio 2015 con la presa in consegna delle chiavi dal Tribunale di Terni: tonnellate di rifiuti asportate, tetti riparati, vegetazione che soffocava cortili e tetti rimossa, facciate messe in sicurezza, impianti elettrici e idraulici sanitari rimessi in funzione, e -perché no?- anche fiori e piante ricostituiti nei monumentali vasi della terrazza Farnese.
Pulizie e verniciature dei piani nobili ancora in corso, pronti verso la primavera del 2017 per la riapertura del palazzo dopo tanti anni, per i primi eventi di rilievo ma… il castello forse non era soddisfatto e il sogno si è interrotto bruscamente alle 7:40 del mattino del 30 ottobre 2016, di Domenica. Eravamo in attesa dei pittori che avevano deciso di lavorare anche quel giorno festivo per chiudere finalmente il lavoro di ripulitura avviato ma, quella seconda devastante scossa ha fermato tutto, rendendo il palazzo totalmente inagibile, con crolli e danni diffusi. Ci siamo mobilitati subito, con i tetti aperti dal terremoto e gli affreschi in pericolo per l’inverno imminente. Ansia e paura di perdere opere sublimi appartenenti non solo a noi ma all’Italia intera. Solo tra dicembre 2016 e gennaio 2017, con la prima messa in sicurezza del palazzo, siamo riusciti a far chiudere i tetti per proteggere le opere.
Sono passati 6 anni tra l’attesa per autorizzazioni e permessi con l’Ufficio Ricostruzione, il Comune e la Sovrintendenza ai beni culturali, e l’esecuzione dei lavori con l’Associazione Temporanea di Imprese che ha vinto l’appalto; con mille tra piccoli e grandi ostacoli nei lavori siamo giunti finalmente alla fine ed all’avvio di quella favola in cui sin dal primo momento ci siamo immersi: rivedere le sale del castello e le 365 finestre nuovamente illuminate a festa… perché se lo merita! Se lo merita il palazzo per troppo tempo chiuso e abbandonato, se lo merita il territorio che lo circonda per quanto ha da offrire, e ce lo meritiamo noi che, con una buona dose di umiltà ma anche di testardaggine, siamo certi di aver restituito dignità e valore a un pezzetto di Italia rimasto per troppo tempo in un cassetto.
Roberta e Roberto